Nell’ultimo decennio si sono susseguiti diversi tentativi di misurare le dimensioni del sistema delle imprese cooperative italiane. Il risultato è un crescente interesse a una valutazione specifica del ruolo e della rilevanza economica e occupazionale della cooperazione in Italia. Nell’ottica di dare nuovo impulso alla crescita economica del nostro Paese, si rileva la necessità , da parte di enti e istituzioni, di perseguire strategie in grado di accelerare e favorire lo sviluppo economico anche attraverso un’attenta valutazione del contributo che può venire da forme d’impresa alternative.
Tra le forme cooperative maggiormente attive si rilevano quelle di lavoro, sociali ,d’utenza o di consumo e quelle di produttori del settore primario. La cooperazione di lavoro e quella sociale, oltre a registrare il maggior numero d’imprese, sono anche le due tipologie cooperative che hanno generato il maggior valore aggiunto nell’ultimo decennio. Negli ultimi 5 anni, oltre il 50% delle cooperative è concentrato in cinque regioni principali: Lazio e Lombardia, con una quota intorno al 14%, seguite da Sicilia, Campania e Puglia che si attestano intorno al 10%. Questa concentrazione è legata sia alla densità demografica, che a quella imprenditoriale, ma anche a vocazioni territoriali specifiche come nel caso delle numerose cooperative agricole del sud Italia.